Le lavoratrici madri continuano a beneficiare, anche nel 2025, di una serie di misure pensate per tutelare il loro futuro previdenziale e sostenere il difficile equilibrio tra carriera e famiglia. Di seguito, una panoramica aggiornata delle principali agevolazioni previste in materia di pensioni e contributi.
Opzione Donna confermata (con restrizioni)
Anche per il 2025 è confermata Opzione Donna, la pensione anticipata riservata a specifiche categorie di donne. Possono accedervi:
- Caregivers;
- Donne con un’invalidità pari almeno al 74%;
- Donne licenziate o dipendenti di un’impresa per la quale è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
I requisiti restano:
- Almeno 61 anni di età entro il 31 dicembre 2024;
- 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024.
Per le madri, è prevista una riduzione di 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni, che può anticipare l’uscita. Le finestre mobili restano di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Esonero contributivo per madri lavoratrici (2024-2026)
Introdotto in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2024, l’esonero contributivo è rivolto alle lavoratrici con almeno tre figli, di cui il più piccolo di età inferiore ai 18 anni.
Cosa prevede:
- Le madri interessate non pagano i contributi previdenziali a loro carico in busta paga fino ad un massimo di € 3000 annui;
- La misura non incide negativamente sulla pensione futura;
Il beneficio non è automatico: la lavoratrice deve informare il datore di lavoro e fornire i codici fiscali dei figli per avervi accesso.
Pensione anticipata contributiva per le madri
Dal 2025 è prevista una forma di anticipo pensionistico ulteriore per le lavoratrici con figli, basata su mesi di anticipo per ogni figlio.
Nel dettaglio:
- 1 figlio → 4 mesi di anticipo;
- 2 figli → 8 mesi;
- 3 figli → 12 mesi;
- 4 o più figli → 16 mesi.
Questo anticipo si applica al requisito anagrafico previsto per l’accesso alla pensione ed è valida solo per le iscritte a previdenza obbligatoria dal 1996 in poi.
Maggiorazione del coefficiente di trasformazione
Il coefficiente di trasformazione è il parametro che determina l’importo della pensione in base all’età al momento dell’uscita. Per le madri, la normativa riconosce un aumento figurativo dell’età pensionabile, utile a calcolare un assegno più elevato:
- 1 o 2 figli → incremento di 1 anno;
- 3 o più figli → incremento di 2 anni.
Anche questa misura è valida solo per le iscritte a previdenza obbligatoria dal 1996 in poi.
Il sistema previdenziale italiano continua a prevedere agevolazioni mirate per le donne con figli, riconoscendo concretamente il valore sociale della maternità.
Tuttavia, molte di queste misure richiedono iniziative da parte della lavoratrice (come comunicazioni formali al datore di lavoro), e non sono accessibili a tutte, bensì a madri con 3 o più figli o quelle con lavoro a tempo indeterminato.
Il lavoro da fare per favorire genitorialità e indipendenza economica è ancora lungo.
Rimane fondamentale dunque informarsi per sfruttare al meglio le opportunità previste.
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