Introdotta dal PNRR (legge n. 162 del 2021 e dalla legge n. 234 del 2021), la certificazione per la parità di genere rappresenta uno strumento concreto a disposizione delle aziende per dimostrare il proprio impegno verso l’uguaglianza di genere. Un leva strategica per migliorare la reputazione e le performance, e godere delle agevolazioni messe a disposizione dal governo per le aziende più virtuose.
In cosa consiste la certificazione per la parità di genere
La certificazione per la parità di genere è un riconoscimento ufficiale che attesta l’adozione, da parte di un’azienda, di politiche, pratiche e sistemi gestionali volti a promuovere l’uguaglianza di genere all’interno del proprio ambiente lavorativo. Si basa su standard specifici definiti dalla normativa italiana (UNI/PdR 125:2022) che valuta sei aree principali:
- Cultura e strategia aziendale: politiche e valori legati alla parità di genere.
- Governance: presenza di donne in ruoli dirigenziali e processi decisionali inclusivi.
- Processi HR: equilibrio di genere nell’assunzione, promozione e retribuzione.
- Equità salariale: riduzione del divario retributivo tra uomini e donne.
- Conciliazione vita-lavoro: supporto alle esigenze familiari e di caregiving.
- Prevenzione delle discriminazioni e delle molestie: politiche attive per garantire un ambiente lavorativo rispettoso e inclusivo.
Perché è importante per le aziende
Ottenere la certificazione per la parità di genere porta con sé una serie di benefici tangibili e intangibili per le aziende:
- Incentivi economici: le aziende certificate possono usufruire di sgravi contributivi fino al 1% sui contributi previdenziali complessivi.
- Accesso ai bandi pubblici: la certificazione è un criterio premiante per partecipare a gare d’appalto e finanziamenti pubblici.
- Reputazione e branding: un’azienda che promuove la parità di genere migliora la propria immagine e attira talenti, clienti e investitori sensibili a questi temi.
- Clima aziendale migliore: politiche inclusive creano un ambiente lavorativo più equo e motivante, aumentando la produttività e la soddisfazione dei dipendenti.
- Competitività sul mercato: studi dimostrano che le aziende con una maggiore diversità di genere ottengono performance finanziarie superiori rispetto ai competitor.
Come si ottiene la certificazione per la parità di genere
Ottenere la certificazione per la parità di genere è un processo volontario: l’azienda può scegliere di sottoporsi alla valutazione da parte dell’ente certificatore che la rilascerà. Il rilascio avviene a seguito di un audit che verifica l’aderenza dell’azienda agli standard UNI/PdR 125:2022.
Intraprendere il percorso per l’ottenimento della certificazione è un impegno che l’azienda prende in primo luogo con sé stessa e con la popolazione aziendale. Inclusione e parità devono essere valori fondanti, che si possono poi implementare e migliorare nella pratica attraverso un processo adeguato di:
- analisi aziendale, per valutare – magari con l’aiuto del consulente del lavoro- il livello di maturità in tema di parità di genere.
- definizione di un piano d’azione per colmare eventuali gap, includendo interventi su politiche HR, formazione, processi di governance, e monitoraggio.
Una volta ottenuta la certificazione, valida per tre anni, l’azienda sarà sottoposta a verifiche annuali per monitorare i progressi. E’ dunque fondamentale che l’azienda si impegni a mantenere le buone pratiche e a migliorare costantemente le proprie politiche di genere.
In che modo il consulente del lavoro può supportare le aziende
Il consulente del lavoro può supportare l’azienda nel percorso per l’ottenimento della certificazione fornendo analisi personalizzate per identificare le aree di miglioramento, supportando la redazione di politiche aziendali e regolamenti interni che alzino gli standard, offrendo formazione specifica e monitorando il progresso dell’azienda rispetto ai requisiti di parità. Il consulente può, altresì, facilitare la relazione con gli enti certificatori.