Elisa Lupo

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Lavoro

Cos’è la RAL, come si calcola e perché la nuova norma sull’obbligo di RAL negli annunci di lavoro tutela i lavoratori

Il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva volta a vietare il segreto salariale e aumentare la trasparenza anche per disincentivare il gender pay gap. Infatti, i  paesi dell’UE avranno 3 anni di tempo per recepire la direttiva che obbliga le aziende ad esplicitare negli annunci di lavoro la retribuzione lorda offerta  e quindi a garantire salari uguali a prescindere dal genere. 

Le nuove disposizioni pongono l’attenzione sull’importanza per il lavoratore di conoscere a quanto ammonta la propria RAL prima di affrontare un colloquio di lavoro perché l’asimmetria informativa tra azienda e futuro dipendente può creare uno svantaggio negoziale in fase di trattativa per la nuova posizione lavorativa. 

Ma cos’è La RAL?

Si tratta dell’acronimo di Retribuzione Annua Lorda, cioè la somma degli stipendi lordi che si percepisce nell’anno. Non rientrano quindi le voci variabili (come ad es.  gli straordinari, le trasferte o i premi di produzione) che eventualmente vanno specificate separatamente. 

Per conoscere la propria RAL basta prendere Lo stipendio lordo mensile, che si trova in alto a destra nella nostra busta paga e moltiplicarlo per tutte le mensilità previste dal ccnl applicato al rapporto di lavoro si otterrà la RAL.

Perché far riferimento al lordo e non al netto in fase di contrattazione?
Molto spesso si è convinti che la retribuzione che percepiamo è l’insieme dei bonifici che arrivano sul nostro conto corrente e non la retribuzione lorda indicata in busta paga. Utilizzare come base per la contrattazione gli stipendi netti porta il dipendente a stare nella negoziazione in una situazione di svantaggio per 2 motivi:

  1. la retribuzione netta è sicuramente inferiore a quella lorda
    Il datore di lavoro eroga la retribuzione lorda e poi sottrae per conto dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate i contributi e le tasse che il dipendente altrimenti dovrebbe pagare autonomamente. Se ancoriamo la contrattazione alla retribuzione netta, il futuro datore di lavoro potrebbe decidere di raggiungere quella somma con voci variabili della retribuzione e modificabili a sua discrezione. L’obiettivo della contrattazione, invece, è avere un’ offerta non soggetta a oscillazioni che comprenda già le tasse da versare e la contribuzione.
  2. la retribuzione netta risente della situazione familiare e soggettiva del dipendente che potrebbe mutare nel tempo.
    La situazione familiare e soggettiva del dipendente potrebbe prevedere degli sconti d’imposta. E’ chiaro che in presenza di questi sconti per raggiungere un certo netto servirà una retribuzione lorda inferiore. Queste agevolazioni, invece, sono pensate per dare un sostegno aggiuntivo al dipendente e non uno sconto al datore di lavoro.

Prima di affrontare un colloquio di lavoro, lo ripeto, è necessario avere chiaro qual è la propria retribuzione globale percepita (RAL+ retribuzione variabile) per sapere da che base negoziale si parte e quale può essere quindi un’offerta accettabile per migliorare la propria posizione.

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